sabato 31 dicembre 2016

Palide


Tra i libri che ho ricevuto come regalo di Natale c’è “Sei casi al BarLume” di Marco Malvaldi. Ed è successo che al quinto caso mi sono accorta che avevo sempre letto sbagliato il nome di uno dei protagonisti. Leggevo Palide e invece c’è scritto Pilade.  Quando me ne sono accorta ho fatto ben attenzione a come erano scritti anche gli altri nomi propri e no, gli altri li leggevo giusti. Ieri sera ero al telefono con mia mamma, è lei che mi ha regalato il libro e che quando ho aperto il pacchetto mi ha detto “Se poi ti piace me lo presti?”, ero al telefono con lei e tra le cose che ci siamo dette le ho detto anche che la prossima volta che ci saremmo viste glielo avrei prestato. Poi le ho raccontato quello che mi era successo e che leggevo sbagliato un nome. Adesso non so se è il caso di cambiargli il nome o no che orami è un po’ che lo chiamavo così, le ho detto. Lei mi ha detto che se fosse successo a lei avrebbe continuato con Palide. ’Sta cosa di cambiare i nomi a me ogni tanto succede, chissà come mai. 

sabato 24 settembre 2016

meraviglia



All’inizio di settembre sono andata a vedere la Sc(u)ola Grande di San Giovanni Evangelista. Non c’ero mai stata, la trovavo sempre chiusa. Quest’anno, uno dei primi giorni che ero là, sono andata, ho fotografato il cartello che c’era alla porta dove erano elencati i giorni d’apertura al pubblico e poi son tornata.  Quando ero lì mi sono incantata a guardare il pavimento del salone al primo piano (salone San Giovanni  mi sembra che si chiami, ma non son sicura) e più lo guardavo più diventava a tre dimensioni.  Poi, quando mi sono rimessa a camminare, mi sono meravigliata di non sentire dei cubi sotto i piedi. Un effetto molto strano. Molto bella quella meraviglia.

giovedì 22 settembre 2016

nostalgia e strumenti antropologici



Su Wikipedia ho letto che Virginia de Micco, nel testo a sua cura Le culture della salute-immigrazione e sanità, un approccio trans-culturale, ha scritto: « Fin dalla sua apparizione sulla scena medica la nostalgia si presenta come una ben strana malattia che pur compromettendo lo stato fisico del soggetto non viene curata da rimedi fisici ma viene curata solo da mutamenti sul piano delle condizioni di vita, viene risolta attraverso strumenti antropologici che consentono una visione ed un’integrazione più profonda dell’individuo nell’ambiente in cui vive e opera. »
Uno strumento antrolopologico, ho pensato poi, è andare a vedere sul calendario quando si può prendere il prossimo biglietto treno. Forse.

venerdì 9 settembre 2016

strana città questa

Genova - Torna in Piazza della Vittoria, con la sua ottava edizione, l'Oktoberfest Genova. /.../ La manifestazione organizzata dalla Birreria x di Genova /.../, proseguirà ininterrottamente fino a domenica 25 settembre 2016.


(Secolo XIX, quello che si legge dal computer)

mercoledì 31 agosto 2016

sulle cose che tolgono il fiato


Adesso, cioè non adesso adesso, adesso come da poco, la Scala del Bovolo si può visitare. E arrivare su e vedere quella distesa di coppi è una cosa che son molto contenta di aver fatto. Anche se io soffro di vertigini, anche se arrivata su sono stata schiena al muro a riprendermi. Perché Venezia vista da lì toglie il fiato. Poi quando mi son ripresa e non mi girava più la testa, sempre evitando di avvicinarmi al parapetto, mi son messa a giocare con una signora belga che parla benissimo l’italiano e vedere se riconoscevamo le chiese dai campanili, che San Marco è facile le altre un po’ meno.  

martedì 30 agosto 2016

una domanda


Oggi una signora mi ha detto Where is San Marco Polo square? Così senza salutare, senza dire scusi, senza niente. Di getto. E la prima cosa che ho pensato è stata Ma l’han fatto santo? Poi le chiesto se cercava piazza San Marco o campo San Polo, lei mi ha risposto quella grande famosa (il tutto in quella lingua lì che sembrano dei gatti che miagolano in maniera triste). Allora io che ho dei forti problemi a rapportarmi educatamente con certa gente le ho dato delle indicazioni molto poco chiare per arrivarci. Chissà se ci è arrivata poi.