domenica 25 marzo 2012

un inizio un po' sorprendente

Ieri a teatro ero in anticipo, non di molto, di un quarto d’ora. Mi son seduta, alla mia destra c’era una signora, alla mia sinistra una coppia, lui le leggeva il fogliettino che danno all’ingresso: un po’ di trama, qualche nota sull’attore, due righe di critica. A me piace arrivare in anticipo e mettermi a guardare chi arriva, immaginarmi le loro storie. ‘Spetta che chiudo il cellulare, mi son detta, ho armeggiato un po’ nella borsa, l’ho trovato, l’ho spento. Cercandolo ho trovato un cioccolatino, me lo son mangiato. La mia vicina di posto mi guardava, lo vedevo benissimo anche se non la stavo guardando in faccia. Poggio per terra la borsa, sotto la poltrona, e noto che lei la sua la tiene stretta con tutte e due le mani, appoggiata sulle gambe. Anche lei da sola? mi domanda. Sì, le rispondo, a mio marito non piace andare a teatro (lo so che non siamo sposati, non so perché l’ho detto, mi è uscito così). Lei mi risponde Il mio invece è morto. Tre anni fa. E da lì, da quell’inizio per me un po’ sorprendente, siano andate avanti. Mi ha raccontato tutta la stagione della Corte/Duse, compreso quello che avevo visto anch’io, compreso quello che lei non aveva visto, nel periodo dell’alluvione, ché sua figlia lavora alla FNAC e quando sono stati chiusi per rimettere a posto il negozio lei non se la sentiva di lasciarla sola a casa. Poi siamo arrivate allo spettacolo che stavamo per vedere, le ho detto che io la “Storia di Tönle” non l’ho letto e ho scoperto che lei invece l’aveva letto ma tanti anni fa e che non se lo ricordava bene. Abbiamo provato a ragionare se sia meglio conoscere che cosa si sta per vedere o saperne poco niente. Provare. Se piace si resta, se non piace ci si alza e si va via. Alla fine dello spettacolo ci siamo salutate Alla prossima volta mi ha detto.

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