lunedì 5 marzo 2012

L'infinito (quello di Scarpa)

Quando leggo un testo teatrale mi vien da far le voci. Con gli occhi lo vedo lì il nome come vedo i due punti ma non ne sento il suono, per non perdere il filo mi metto a far le voci. Nel testo che ho appena finito c’era anche un coro, difficile fare il coro da sola ma è possibile, basta volerlo e si sente anche il coro. Questa volta mi è successa una cosa stranissima, è successa dopo che avevo letto una di quelle cose scritte per storto, quelle che dovrebbero essere d’aiuto a rispettare il testo quando va in scena, cose che molto probabilmente hanno anche un nome, nome che però io non conosco, quando incontravo scritto “una canzone pop, va bene qualsiasi genere tranne il rap” o "qualunque genere, ma non un rap" le righe dopo avevano il ritmo di un rap. Successo più di una vota. Che testa che mi ritrovo a portarmi in giro.

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